Lecconline – Scritto Lunedì 13 marzo 2017 alle 15:47
C’è anche una tesi di laurea su Orlando Sora, artista del Novecento lombardo, lecchese di adozione, ed è stata presentata presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Autrice è Federica Antonelli, residente a Malgrate. Relatore della stessa è stata la professoressa Elena Di Raddo, correlatore la dottoressa Givevrà Addis.
Nell’introduzione Federica Antonelli scrive: “Un anno fa mi sono recata alla presentazione del libro intitolato “Omaggio ad Orlando Sora, artista del Novecento”, scritto da Giovanna Rotondo …… Finita la presentazione sono tornata a casa affascinata dai suoi quadri, dal suo eclettismo e dalla sua personalità. Sora mi aveva sorpreso e volevo scoprire chi fosse; così ho deciso che la mia tesi sarebbe stata sulla sua pittura”.
Il lavoro si suddivide in tre capitoli; quello iniziale riguarda le correnti artistiche degli anni ’20 ’30 in Lombardia, il secondo presenta la vita del pittore e la sua personalità, tramite anche testimonianze di persone che gli sono state vicine. L’ultimo riguarda, invece, il Sora pubblico e si divide in sei paragrafi, corrispondenti a sei opere.
(Francesco) Orlando Sora era nato a Fano, in provincia di Pesaro, il 18 febbraio 1903. Da ragazzo ebbe i primi tentativi di dipingere ispirandosi ai fatti della prima guerra mondiale raccontata dai reduci. Si dedica nel tempo libero, per diletto, alla boxe. Nel 1925 si trasferisce a Milano dove, nel 1927, espone i suoi primi quadri. E’ il 31 maggio 1931 quando si iscrive all’anagrafe di Lecco, con la moglie Matelda Bertini e la figlia Vanna, nata a Milano. Nasceranno, invece, in città i figli Anna e Riccardo.
Il 4 luglio 1934, al “Concorso della Regina”, indetto per la migliore opera di pittura sulla Guerra e sulla Vittoria, riesce tra i vincitori di primo grado. La notizia viene anche riportata dal Corriere della Sera, con un articolo di Ugo Ojetti. Nel 1937, con il quadro “Malavedo”, Orlando Sora si aggiudica il primo premio a pari merito con Lillioni, al concorso bandito in occasione della 4^ Quinquennale di Lecco.
E’ il 1951 quando l’artista realizza il suo primo grande affresco, che rappresenta il Giorno del Giudizio, nell’allora nuova chiesa di San Giuseppe, al Caleotto, lungo via Baracca.
L’autrice, nella tesi, ricorda che il 31 marzo 1966, sulla rivista “Fano”, Fabio Tombari pubblicò un appassionato profilo dell’amico e compagno d’infanzia Orlando Sora. La città di Lecco rese omaggio al pittore il 16 febbraio 1969, aprendo, nella sede dell’Azienda Turismo di via Sauro e poi alla Galleria Ca’ Vegia, una mostra storica antologica su di lui. Viene pubblicato anche un catalogo curato da Eligio Cesana.
Il 4 dicembre 1977, in occasione della festa di San Nicolò, il Comune di Lecco assegnò il riconoscimento di benemerenza civica ad Orlando Sora, per la sua lunghissima attività artistica. La cerimonia viene presieduta dal sindaco Giuseppe Resinelli. L’anno dopo, 1978, Sora ricevette l’incarico del rifacimento della volta del Teatro della Società. Verrà presentato il bozzetto intitolato il “Teatro della vita”, ultimato nell’estate 1979.
Si è spento a Lecco il 31 marzo 1981. La città lo ricorda anche con una via in quartiere San Giovanni. Ma è ricordato soprattutto grazie alle sue diverse opere presenti in città o nel vicino territorio: quella già menzionata della chiesa al Caleotto, poi quelle presso il palazzo delle Poste di viale Dante, l’ospedale di Lecco, la volta nel Teatro della Società, le formelle presso la parrocchiale di Acquate, le formelle di cotto per la chiesetta Madonna delle Neve, ai Piani Erna e la Resistenza con mosaico, sulla facciata del palazzo municipale di Galbiate.
Nella tesi di laurea, Federica Antonelli scrive, su Orlando Sora “Ha una pittura in costante movimento, è sempre pronto a mettersi in gioco ed a sperimentare nuovi modi di dipingere, spesso grazie al lavoro su commissione è riuscito a scoprire nuove tecniche pittoriche che lo hanno appassionato, tipo l’affresco”.
Nelle note conclusive Federica ringrazia per la collaborazione e per il lavoro importante per ridare luce all’artista lecchese di adozione, Giovanna Rotondo e, per i consigli, Gianfranco Scotti e Rodolfo Battistini.
Aloisio Bonfanti
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