Cercando fossili in Scientists’ Cliffs, Calvert County, Maryland

di Giovanna Rotondo Stuart

 

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Camminare lungo le spiagge di Scientists’ Cliffs, Calvert County, Maryland, in cerca di fossili, è un’esperienza importante per conoscere semplici aspetti evolutivi del pianeta. Luoghi come questi che per milioni di anni hanno raccolto, conservato e trasformato la presenza della vita sulla terra, aiutano a comprendere il percorso del tempo.
Tutta la mia famiglia, da quattro generazioni, soggiorna per un periodo dell’anno a Scientists’ Cliffs, di solito a tarda primavera o a fine estate.
In piena estate il clima è torrido, tropicale, con picchi di umidità arrivano al 90%. Insopportabile!

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Si cercano fossili e si fanno lunghe passeggiate su queste spiagge deserte, geologicamente generose, dove il tempo libero, il gioco, l’osservazione della natura intorno, diventano studio e riflessione.
Si trovano fossili di ogni tipo: ossa e denti di squalo, razza, coccodrillo, balena, delfino, tartaruga e di molte altre specie. Insieme a conchiglie, legni pietrificati, coralli e materiali diversi.

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 Capesante con balani

  corallo fossile

      Coralli

Le conchiglie sono molto numerose: di capesante, di lumache e altri molluschi. Ce ne sono di bellissime, di ogni dimensione e sfumatura: quelle a ventaglio delle capesante, spesso con insolite sovrapposizioni di balani (crostacei) insediati sopra, di ostriche e cozze e quelle a spirale e a torciglione delle lumache. Le conchiglie, con merletti e ghirigori, bucate dall’acqua e dal tempo, molto ornamentali, possono essere usate come monili: grandi, piccole, madreperlate e con disegni unici. Piccoli capolavori della natura!

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(foto di Giovanna Rotondo Stuart)

A volte ci si sente predatori nel raccogliere i segreti della terra, ma il mare sminuzzerebbe e frantumerebbe i più delicati, una volta liberati dall’argilla che li ha trattenuti per tanti secoli, e diventerebbero spiaggia.
Preferiamo non estrarre fossili dall’argilla, per farlo sono necessari procedimenti che richiedono attenzione e cura, altrimenti alcuni di essi potrebbero sbriciolarsi o rovinarsi. Prendiamo ciò che il mare e la terra hanno conservato per milioni di anni, liberandoli poi sulla spiaggia a causa della continua erosione. Spesso, i pezzi più rari e interessanti li portiamo al museo.

Scientists’ Cliffs si trova in Calvert County, Maryland. I suoi fossili sono famosi in tutto il mondo, ogni museo dovrebbe avere fossili provenienti da questa parte del pianeta.

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(foto di Jamie Stuart)

Scientists’ Cliffs fa parte delle scogliere di Calvert, fu fondata, circa un secolo fa, da un gruppo di scienziati a scopo di studio. Oggi è una comunità privata della contea di Calvert County, composta da cinque aree (gates). Ogni gate ha un accesso al mare e viene indicata con il nome di un fiore.

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foto di Beatrice Stuart

Tutta l’area del Sud del Maryland è una testimonianza straordinaria di una grande e ricca era geologica. Negli ultimi secoli scienziati e collezionisti hanno potuto studiare e catalogare fossili provenienti da Calvert Cliffs e da Scientists’ Cliffs

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(Foto da Calvert County State Park)

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(foto di Beatrice Stuart)

I fossili sono l’evidenza di antiche forme di vita preservati nella crosta terrestre. A metà del Periodo Miocenico, dai dieci ai venti milioni di anni fa, un oceano poco profondo copriva il sud del Maryland, estendendosi per molti chilometri all’interno. I fiumi che scendevano dalle montagne degli Appalachi, verso il mare del Miocene, trasportavano fango e sabbia che si accumulava e si stratificava. Nei secoli, conchiglie e ossa di animali morti, sepolti nel fango e nella sabbia, hanno formato strati su strati di depositi fossili. Il mare del Miocene, ritraendosi, ha lasciato queste stratificazioni di materiale fossile visibili lungo tutte le coste della Baia del Chesapeake, un’insenatura dell’oceano Atlantico lungo la costa orientale degli Stati Uniti.

 

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(foto da Calvert County State Park)

Oggi, pioggia e onde erodono le Scogliere di Calvert e Scientist’ Cliffs e nuovi fossili appaiono quotidianamente. Si trova un’ampia varietà di conchiglie, di lumache e vongole: molluschi che vivevano in abbondanza nell’oceano caldo e poco profondo del Miocene. Sono comuni denti fossili di squalo e razza, resti di mammiferi marini, rettili e uccelli, pesci, carapaci di tartarughe, coccodrilli, grandi uccelli dell’oceano, delfini, foche, balene e altri animali ora estinti.
In un ambiente marino come questo il ritrovamento di animali di terra è molto meno frequente, non di meno, di tanto in tanto, si scoprono parti di ossa del periodo Miocenico appartenenti a peccari, rinoceronti, cammelli, cavalli, elefanti ed altri.

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Ossa e vertebre di animali marini

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Conchiglie fossili

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Legno     fossilizzato
(foto di Giovanna Rotondo Stuart)

Le Scogliere di Calvert si allungano per una cinquantina di chilometri, più o meno, lungo la Baia di Chesapeake, per una altezza che in alcuni punti si attesta intorno ai trenta metri.
Queste scogliere formano la più completa sequenza di sedimenti fossili marini lasciati dal ritirarsi delle acque oceaniche, corrispondenti all’estinzione di massa di numerosi animali nel Langhiano, periodo geologico del Miocene medio, nelle coste orientali degli Stati Uniti. La composizione dei vari strati, che si sono formati nel tempo, va dalla sabbia rossastra impastata ad argilla a formazioni di sabbia e argilla bluastra.

Fossili sono i resti di animali e vegetali vissuti in ere geologiche diverse da quella in cui viviamo. Si formano quando i resti di un animale o di una pianta vengono seppelliti da sedimenti, sabbia o fango, sul fondo del mare o di un lago prima che ne subentri la decomposizione o la distruzione da parte di altri animali, oppure coperti di lava o coperti da ghiaccio per milioni d’anni come è stato per i Mammoth, conservati nei ghiacciai.
Insetti e foglie catturati nelle resine, che nel tempo diventano ambra, sono considerati fossili, anche se la loro composizione originale non si è alterata. Ossa, denti, conchiglie, impronte, resti vegetali, foglie, tronchi sono i tipi di fossili più comuni, ma anche il polline, gli escrementi o coproliti e persino le uova (gusci d’uova) possono diventare fossili. I minerali tendono ad essere più pesanti e appaiono di colore più scuro della loro controparte moderna.
Si definisce fossile qualsiasi evidenza di vita antecedente i diecimila anni.

I paleontologi analizzano i fossili e decifrano come gli animali e le piante vivevano nel mondo antico, che aspetto poteva avere un animale estinto.
Resti, orme e tracce fossili costituiscono la principale testimonianza del passato geologico. L’analisi dei denti, artigli, chele e persino il contenuto delle budella, che qualche volta si fossilizza, ci dice che cosa l’animale avesse mangiato. Un insieme di fossili, di una stessa area, permette agli scienziati di ricostruire, almeno parzialmente, del passato.

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Denti di squalo, razza   (foto di Jamie Stuart)

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Blocchi di argilla contenente fossili    (foto di Beatrice Stuart)

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Denti di razza

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Denti di coccodrillo
(foto di Giovanna Rotondo Stuart)

Ci sono molti tipi di squalo. Essi hanno una lunga e ricca storia fossile precedente il Miocene. Ci sono evidenze di fossili di pescecane fin dal periodo Siluriano (400 milioni di anni).
Sono grandi predatori e hanno bisogno di denti forti e sani! Uno squalo, nella sua vita, ne rinnova un’infinità e ne ha numerose file: quando ne perde uno, il seguente, nella linea, incomincia a muoversi e lo rimpiazza. Ci sono squali che ne sostituiscono oltre ventimila nei venti/trent’anni in cui vivono. Molti cadono nel fondo marino e si fossilizzano.
I denti fossili variano in colore: possono essere blue, marrone chiaro o scuro, grigio o rosso. Il colore non è determinato dal tipo di squalo o dalla sua età, ma dalle condizioni del terreno che li ricopre.
Non si trovano ossa di squalo perché il suo scheletro è composto da parti cartilaginose come il nostro naso, pertanto si possono trovare frammenti di cartilagine.

Si incontrano anche fossili viventi: Il limulo o granchio reale. In Inglese chiamato “horse shoe crab” che vuol dire: granchio a forma di ferro di cavallo. Più che con i granchi, è imparentato con ragni, zecche e scorpioni. Il limulus (Limulus Polyphemus) è fatto risalire al Triassico Inferiore, ben 210 milioni di anni fa. I ritrovamenti fossili mostrano che queste creature avevano le stesse caratteristiche e lo stesso equipaggiamento complesso che hanno oggi.

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Il limulo ha il sangue quasi incolore ma diventa blu a contatto dell’aria. Questa particolarità è dovuta alla emocianina un pigmento respiratorio, contenente rame che ha le stesse funzioni dell’emoglobina contenente ferro e serve per il trasporto dell’ossigeno. Possono vivere dai 20 ai 30 anni. Il limulo è una creatura fantastica, ci vorrebbe un intero capitolo per descrivere le sue peculiarità.

Quando ne troviamo uno sulla sabbia, a pancia in su, lo giriamo e lo rimettiamo in acqua altrimenti morirebbe.

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Limulus p. due limuli che si accoppiano    (Foto di Beatrice Stuart, 10 anni)

Dopo questo viaggio minimale attraverso il tempo, in luoghi reali e affascinanti, vorrei ringraziare tutti coloro che, con il loro studio, scienza e passione permettono a me, e ad altri, di comprendere com’era la Terra secoli e secoli fa.