Tutt’e due la volte è stata una avventura piacevole e io, di solito piuttosto restia a raffigurare ciò che mi accade, questa volta l’ho fatto. Modificherò, aggiungendo o togliendo qualcosa, comunque migliorando il tutto, in seguito.
In viaggio a Carsoli, Aquila per ritirare il premio di Ian… siamo partiti presto il venerdì mattina, io avevo preso il posto di Beatrice, la figlia maggiore di Ian che doveva studiare, aveva detto, o, forse, a sedici anni ci si annoia a fare un viaggio così lungo con il papà, il nonno e il fratellino. Siamo arrivati a Tivoli verso le 12.30, quando ho letto il nome della città, mi sono ricordata di Fragonard, un pittore manierista francese del 700, che aveva dipinto delle vedute di Tivoli e le sue fontane. “Fermiamoci qui” ho esclamato, “possiamo fare una passeggiata nel centro storico, prendere un caffè o mangiare qualcosa” E ci siamo fermati. Tivoli ci ha sorpreso per la sua bellissima Villa D’Este e, alla fine, ci siamo rimasti tutto il pomeriggio, il tempo era molto bello e caldo, ma non caldissimo.
Madre Natura, questa bella fontana ci mostra la generosità della natura e ci fa pensare alla poca generosità con cui noi, essere umani, la ricambiamo per i suoi doni.
Ian, fotografato da Chris, che fotografa Pietrasecca, un piccolo borgo dove dormiremo, non lontano da Carsoli.
Tramonto a Pietrasecca, la fotografia di Ian.
La mattina dopo, molto presto, siamo partiti per L’Aquila, che ci ha sorpreso per la sua bellezza, una città che sta ritornando alla normalità dopo il terribile terremoto che l’ha colpita una decina di anni fa, nel 2009: più di 300 vittime, migliaia di feriti e di famiglie rimaste senza casa. Nonostante ci sia ancora molto da fare, si può notare che molto è stato fatto e la città ritornerà presto a vivere a pieno ritmo.
La stupenda Basilica di Collemaggio.
Le 99 cannelle, la fontana restaurate dal Fai
Uno luogo interessante.
E arriva il giorno della premiazione, Ian è tra i primi e quando viene chiamato è emozionato. E’ la prima volta che partecipa a un premio.
Lettura della Motivazione del Premio a Ian, che inserirò in questo ricordo fotografico appena la riceverò, mentre vengono mostrate le quattro foto che ha inviato, quella sullo schermo è l’ultima. Ian dice “Grazie” e se ne va, troppo emozionato per dire qualcosa.
Una foto più ravvicinata di quelle fatte da noi.
Il presidente del Premio, il Professor Enzo D’Urbano, con il quale avevo scambiato qualche parola prima che incominciasse la cerimonia, ricordandogli come cinque anni prima ci fossimo conosciuti a Lettopalena, m’invita a parlare. Racconto della mia partecipazione alla X edizione del Premio Hombres, nel 2014, quando venne attribuito il terzo premio al mio scritto “La strega” e che, da allora, avevo sempre chiesto a Ian, mio figlio, di partecipare con le sue foto, cosa che finalmente aveva fatto quest’anno. Ringrazio, aggiungendo che Hombres Itinerante è un premio che mi piace molto per come è gestito e organizzato e per la sua serietà: le ragioni per cui avevo insistito affinché Ian vi partecipasse. Inoltre, come ho già detto da qualche, è bello visitare e scoprire gli Abruzzi.
Un altro incredibile tramonto abruzzese.
Da Carsoli, un viaggio a ritroso verso la X Edizione del Premio Hombres .
Ricordando il X Premio Hombres Itinerante a Lettopalena, nel 2014. Premiazione nella bellissima Abbazia di Monteplanizio. Un anno indimenticabile, dedicato a Massimo Troisi.
Il Presidente del Premio Hombres, Il professor Enzo D’Urbano, legge la Motivazione per cui è stato deciso di assegnare il terzo posto al mio racconto “La strega”.
Ringrazio, molto emozionata, per quel viaggio inaspettato e sorprendente in una Regione che trovavo affascinante, promettendo di ritornarci.
La strega di Giovanna Rotondo
Motivazione
Medioevo e caccia alle streghe (o presunte tali), l’ambientazione del breve racconto. E’ la denuncia di una sottomessa condizione femminile in effetti senza limiti temporali. Una donna, accusata di praticare la stregoneria, viene torturata, vilipesa e infine bruciata viva. La voce narrante che, ora esterna ora interna alla storia (quella della protagonista), rievoca le vicende accadute; l’uso del discorso diretto, spesso non virgolettato, e quello indiretto, alternati; i nostalgici e dolorosi ricordi delle sue figlie, delineano uno stile narrativo serrato e incalzante che ben rende il clima oppressivo e senza scampo della ineluttabile persecuzione.
Sulla via del ritorno abbiamo visitato il Museo dell’Orso.
Una sosta a Sulmona, un’altra bellissima città di questi luoghi incredibilmente belli.
Spero che avremo occasione di visitare altri Borghi Autentici di questa regione che, con le sue infinite distese di parchi e monti ci appare misteriosa e ancora tutta da scoprire.
Giovanna